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Quando si parla di smartphone, i nomi che vengono in mente alla maggior parte degli utenti sono i soliti noti: Apple, Samsung, LG e (da qualche anno) Huawei. I più smart magari hanno sentito parlare della famiglia Pixel di Google, o seguono le peripezie di Sony, HTC e Motorola (ora sotto Lenovo).

In questo panorama incredibilmente affollato, da un paio d'anni si è fatto largo un altro produttore, caratterizzato da un approccio completamente diverso: OnePlus. La società cinese propone infatti a listino un solo modello alla volta, prodotto in volumi contenuti ed acquistabile ufficialmente solo tramite lo store online. Questo sistema (molto simile a quello di Apple fino al modello 4S) permette di offrire un prodotto ben progettato, con il meglio della tecnologia disponibile in quel momento e con una ottimizzazione sia hardware che software sconosciuta alla maggior parte degli altri produttori.

Sul Web è possibile trovare decine di recensioni e unboxing, sia in inglese che in italiano, motivo per cui questa non sarà una review di natura tecnica. Lo scopo di questo articolo è dare un feedback di utilizzo reale nella vita di tutti i giorni dello smartphone in questione.

APC è un marchio che nel settore delle fonti di alimentazione d'emergenza non ha bisogno di presentazioni. L'azienda, del gruppo Schneider Electric, è leader nel settore dei gruppi di continuità si per uso domestico, che aziendale, fino alle soluzioni rack per ambienti datacenter.

In tempi più recenti, APC si è fatta vedere anche nell'affollatissimo mercato dei battery pack per smartphone e dispositivi, con una gamma composta da 9 prodotti che si differenziano per colore, forma e capienza. Si parte dal modello M3 cilindrico (nelle varie colorazioni) con capienza 3000 mAh, fino al modello M10 a "mattonella" con capienza - come lascia intuire il codice - 10000 mAh. Abbiamo provato l'M5, modello intermedio, estremamente interessante in quanto è possibile trovarlo su Amazon con prezzi costantemente inferiori ai 10 euro.

Caratteristiche e dotazione

La scheda tecnica parla di una capienza di 5000 mAh (con batterie agli ioni di Litio come ormai per tutte queste soluzioni), presa per la ricarica in formato micro-USB e doppia uscita USB con tensione 5V per entrambe, ma corrente differenziata: 1A sulla porta di destra e 2.4 sulla porta di sinistra. Questa scelta è comune a molti produttori e permette di adattare la velocità di ricarica al tipo di dispositivo collegato che, come nel caso di un tablet, richiede un maggiore amperaggio. Per la ricarica degli smartphone, APC consiglia l'uso della sola porta a 1A.

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Dopo i notebook reversibili e la touchbar, l'innovazione che ha rivoluzionato maggiormente il mercato dei PC portatili negli ultimi anni è l'introduzione della porta Thunderbolt 3 con connettore USB-C come unica interfaccia di connessione fisica sui portatili Apple. Tutti i modelli dal 2016 in poi sono infatti dotati di questa porta: una sola nel caso dei MacBook 12'' e fino a 4 nei modelli da 13 e 15 pollici. 

Questa scelta ha diviso il mercato tra coloro che hanno visto (finalmente) una unificazione delle connessioni, e quelli che (inizialmente mi posizionavo anche io in questa fascia) invece hanno preso questa scelta come un grosso limite, soprattutto all'utilizzo delle periferiche già acquistate nel tempo. Naturalmente Apple ha provveduto a fornire una serie di adattatori specifici per la connessione USB, HDMI, Ethernet etc. anche perchè in casi come il MacBook 12 la porta singola ricopre anche il ruolo di alimentazione.

Da qualche tempo mi trovo ad utilizzare un MacBook 12 del 2016 e, arrivando da un Asus U36SG dotato di porta VGA, HDMI, tripla USB, Ethernet e lettore SD, ammetto che l'impatto è stato piuttosto duro. Naturalmente per potere mantenere il setup "hardware" dell'ufficio, è scattata la ricerca dell'adattatore perfetto, un dispositivo che mi permettesse di mantenere le uscite video, la connessione di rete cablata e un buon numero di porte USB 3.0. In questa ricerca Amazon è un ottimo alleato, fornendo una scelta vastissima tra adattatori di ogni marca, tipologia (anche di dubbia qualità) e prezzo. La recensione di oggi si vuole focalizzare sull'acquisto che reputo il migliore compromesso tra prezzo, qualità e funzioni, dove la voce prezzo ha una importanza notevole in quanto i modelli più completi possono raggiungere anche i 90 euro.

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Per chi non la conoscesse, Ubiquiti Networks è una società californiana relativamente giovane (fondata nel 2005), ma estremamente attiva nel settore delle telecomunicazioni. Nel catalogo è possibile trovare una vasta varietà di dispositivi: dai telefoni VoIP, ai ponti radio fino, appunto, alle telecamere per videosorveglianza.

Fino alla fine del 2016, Ubiquiti proponeva diversi modelli di telecamera IP, sia da interno che da esterno. Nei primi mesi del 2017 il listino è stato profondamente rivisto e, ad oggi, troviamo un unico modello per interni (della famiglia “dome” appunto) e la Video Camera G3 di cui parleremo. A corredo è fornito anche l’NVR specifico UniFi, ma approfondiremo questo punto successivamente nell’articolo.

Questa sezione del sito è ancora in allestimento, a breve inseriremo i primi contenuti

 

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