In passato ho già ampiamente parlato delle videocamere Ubiquiti UVC-G3 per videosorveglianza, sia a livello di funzionalità sia per quanto riguarda le soluzioni hardware utilizzabili come controller centralizzato. La scelta iniziale era caduta su una macchina virtuale (prima Linux e poi Windows) attiva su host ESXi, per poi passare qualche mese fa ad un PC all-in-one Asus stand-alone della serie eeBox PC con sistema operativo Lubuntu, che non implicasse quindi, di tenere acceso il server h24.
L'esperimento che si è rivelato in parte fallimentare, dato che le limitate risorse hardware del PC si sono presto scontrate con quelle richieste per la gestione fluida dei flussi video. È quindi nata l’idea di assemblare un nuovo controller, con budget ridotto al minimo, ma in grado di gestire correttamente più camere a piena risoluzione (FullHD a 30 fps) senza applicare limiti di banda o downscaling di risoluzione e qualità d'immagine.
Dopo una serie di valutazioni sia tecniche, sia di prezzo, la configurazione scelta è risultata essere la seguente:
- Processore AMD APU A8-9600: quad-core @3.1 GHz, 2MB Cache L2, socket AM4 e supporto alle memorie DDR4-2400 MHz, grafica Radeon R7 integrata
- Scheda madre AsRock A320M-HDV: socket AM4, 2 slot RAM up to 32 GB, HDMI, VGA, DVI, 4x USB 3.1 e slot Ultra M.2 in formato micro-ATX
- 4 GB RAM Ballistix Sport LT: DDR4-2400 MHz
- SSD Kingston 120 GB
- Alimentatore Sharkoon SilentStorm da 450W in formato SFX
- Case Aerocool CS-201 in formato SFX
- Windows 10 Pro
per un ingombro complessivo di 112 x 300 x 427mm (W x H x D)
I componenti in dettaglio
Il cuore di tutto è naturalmente la APU AMD, seppur consapevole che si tratti di una famiglia di prodotti non particolarmente apprezzata dal grande pubblico, ho avuto modo di usarla con soddisfazione già in diverse macchine assemblate, sia per uso ufficio sia per gaming non troppo spinto (con una adeguata dotazione di RAM, disco e GPU a controno, naturalmente). La ridottissima differenza di prezzo tra la versione A6 9550 dual-core e la A8 9600 quad-core è tale da non giustificarne l’acquisto, anche vista la sostanziale superiorità hardware. Queste APU garantiscono un buon livello prestazionale complessivo, a fronte di un costo di acquisto veramente limitato.
Scheda madre e memoria RAM sono state dimensionate di conseguenza, scegliendo prodotti in grado di fornire tutte le espansioni possibili (3 uscite video, due slot PCI-ex, un socket M.2, 4 SATA e numerose porte USB 3.1) anche in ottica futura, pur con un presso assolutamente aggressivo. Medesime considerazioni hanno riguardato la scelta della RAM da 4 GB che, affiancata a un SSD, risulta essere più che sufficiente per un utilizzo complessivamente fluido e scattante. In ottica storage a lungo termine per le registrazioni video, è possibile aggiungere un disco meccanico più capiente (1 o 2 TB) su cui indirizzare i file video delle registrazioni.
Case e alimentatori sono state scelte tutto sommato obbligate, seppur soggettive in relazione allo scenario di utilizzo. Nel mio caso la necessità era quella di minimizzare ingombri e rumorosità, utilizzando allo stesso tempo componentistica standard. I case Aerocool sono un ottimo compromesso tra prezzo d’acquisto e qualità costruttiva: non solo dal punto di vista delle finiture e – nel complesso – estetico, ma anche nella organizzazione interna, dotazione di base e solidità. La possibilità di usare questo CS-101 sia in orizzontale sia in verticale (con appositi supporti forniti) lo rende adatto a numerose soluzioni. Nel panorama degli alimentatori SFX non sono moltissime le scelte di fascia media (quindi con wattaggi contenuti), anche perché i prezzi a parità di watt sono superiori rispetto alle soluzioni ATX classiche.
DVR in azione
Lascio alla gallery le valutazioni in termini estetici e di organizzazione interna del PC, per concentrarmi su alcune valutazioni legate all’utilizzo reale. Come già detto in precedenza, la reattività del sistema è piuttosto elevata, con tempi di avvio e apertura dei
programmi di base (Chrome, Firefox, Posta, Office etc.) nell’ordine di qualche secondo per i software in questione e di circa venti secondi per l’accensione da spento. Per quanto riguarda la rumorosità, una nota dolente è la ventola da 80 mm fornita in dotazione, che anche configurando il BIOS in modalità Silent, risulta piuttosto (e inutilmente) rumorosa: assolutamente impeccabile invece il raffreddamento del processore, che risulta quasi impercettibile e mantiene la temperatura mediamente sotto i 50 gradi. Nel complesso parliamo comunque di un assemblato molto silenzioso, la cui presenza è percepibile solo in condizioni di silenzio quasi assoluto.
Il funzionamento dell’interfaccia Web del controller Ubiquiti è reattiva e anche configurando le camere per lavorare al massimo delle loro possibilità (FHD, 30 FPS, 6000 Kbps), non si riscontra alcun lag nei flussi, sia consultandoli in locale, sia collegandosi via app o da altri dispositivi in rete. Come termine di riferimento, durante l'utilizzo statico (quindi Chrome in modalità live-view a schermo intero, con 2 camere) il carico complessivo sul processore è di circa il 35%, con una occupazione della RAM stabile intorno ai 2GB.
Prezzi, considerazioni e qualche consiglio
La spesa totale per il setup in questione è di circa 300 euro (riferimento prezzi Amazon Prime, sistema operativo escluso) e, a titolo di riferimento, l’NVR originale Ubiquiti dotato di 500 GB di disco, 4GB di RAM con processore Intel Atom D2250, 6 porte USB, uscita VGA, HDMI e audio costa circa 400 euro ed è in grado di gestire fino a 20 punti di ripresa. (tuttavia Ubiquiti non specifica se tale numero è valido con tutti i punti di ripresa a massima risoluzione ed FPS)
La stessa configurazione può essere realizzata con sistema operativo Linux e relativo controller dedicato, con qualche vantaggio in termini di utilizzo risorse, se ad esempio si scelgono distribuzioni particolarmente leggere con Lubuntu (testato in precedenza) e che magari testerò in futuro.