Esistono una serie di situazioni, nelle quali la sorgente video (notebook, desktop, consolle etc.) si trovi distante dal dispositivo su cui si vogliono visualizzare i contenuti. Una delle più lampanti è quella dei proiettori, che nella maggior parte dei casi sono posizionati a parecchi metri dalla sorgente.
In generale, quando si deve trasportare un segnale video su distanze superiori a quelle di un cavo comune (da 1 a 3 metri), esistono due approcci principali: utilizzare una prolunga (VGA o HDMI normalmente), oppure sfruttare un HDMI extender. A queste due strade si affianca l'utilizzo della tecnologia Miracast su televisori smart, che richiede un articolo dedicato.
Utilizzare cavi video lunghi, siano essi per segnale analogico VGA o digitale HDMI, porta con se svariati aspetti negativi: costi elevati, relativa difficoltà di acquisto nei normali negozi di elettronica e problemi di peso/ingombri dovuti alla spessa sezione dei cavi stessi. Un cavo VGA da 30 metri può pesare diversi chilogrammi ed è parecchio complicato da stendere, fissare e riavvolgere. Proprio in questo contesto si posizionano i dispositivi di cui parleremo in questo articolo.
Un trasporto HDMI è composto da una coppia di oggetti in grado di convertire il segnale video (parliamo del caso HDMI, che nasce già come segnale digitale) e trasmetterlo su un comune cavo di rete Ethernet. La struttura di base è molto semplice: abbiamo un trasmettitore e un ricevitore simmetrici e dotati di una porta RJ45 e una HDMI, oltre al plug di alimentazione. L'installazione è altrettanto immediata, una volta posizionati trasmettitore e ricevitore in prossimità della sorgente e della destinazione e collegati i cavi HDMI, è sufficiente stendere e connettere i terminali Ethernet per ottenere il flusso video. I vantaggi sono svariati, ma la combinazione vincente è data dai prezzi di acquisto contenuti, uniti alla comodità dei cavi di rete (leggeri ed economici) al posto di un ingombrante cavo video.
Normalmente la procedura richiede qualche secondo per permettere la sincronizzazione iniziale, ma una volta terminata (portando l'esempio notebook + proiettore) il computer può essere configurato come nel caso di una comune installazione multimonitor.
Caratteristiche di base e accortezze
Sul mercato esistono decine di modelli di HDMI extender, la maggior parte venduti con specifiche che tendono a essere sovrastimate rispetto alla resa reale. Il primo parametro a cui porre attenzione è la massima qualità che è possibile trasmettere in relazione al tipo di cavo usato. La maggior parte dei dispositivi vede nelle specifiche il supporto alle trasmissioni FullHD e 4K fino a oltre 60 metri di distanza: è bene far notare che si tratta del caso ottimo, abbinato all'uso di cavo non inferire al Cat.6. L'utilizzo di cavo Cat.5 o Cat.5e obbliga a dover scegliere tra risoluzione della trasmissione e portata in termini di distanza, dove l'aumento della prima fa diminuire la seconda e viceversa.
Altra interessante funzione è la possibilità di trasmettere via extender anche eventuale segnale del telecomando, tramite apposita coppia di tx/rx a infrarossi e canale dedicato. Esistono poi prodotti più evoluti e costosi che accettano anche segnali HDMI multipli. Paragrafo a parte merita la casistica in cui si voglia usare un adattatore (ad esempio) VGA to HDMI a monte e/o a valle dell'extender.
Utilizzo sul campo
Vorrei però concentrarmi su due casi pratici, con cui ho lavorato direttamente in diverse situazioni: LINK 1 e LINK2
Ho utilizzato entrambe queste coppie di extender in una sala teatrale, con due diversi proiettori e svariati notebook come sorgente, su una distanza complessiva tra banco di regia e proiettore di oltre 25 metri.
Il primo prodotto ha dimostrato fin da subito che, almeno su cavo Cat.5e (S-FTP), il limite fisico di trasmissione del FullHD fosse tra i 20 e i 25 metri. Scendendo a 1366x768 si riesce ad arrivare quasi a 30 metri, ma con un segnale non perfettamente stabile nel tempo. Entro i 25 metri, invece, è stato possibile usarlo per svariate ore consecutivamente senza problemi.
In una situazione successiva, dove la sorgente era un notebook HP con uscita FullHD, è stato impossibile ottenere un segnale stabile a parità di tratta (e di cavo) coperti nella prima occasione. A dimostrazione del fatto che il rapporto risoluzione/distanza deve essere mantenuto costante per ottenere un segnale stabile. Abbiamo ovviato alla situazione sfruttando una prolunga HDMI che ci ha permesso di avvicinare il punto di trasmissione, lasciando il notebook nella posizione originaria.
A parità di condizioni, il secondo modello di extender ha dimostrato una resa e un funzionamento complessivo decisamente migliori, permettendo in pochi secondi di ottenere una trasmissione stabile in FullHD.
Considerazioni
Su Amazon ed equivalenti è possibile trovare decine di questi prodotti, e la maggior parte sono più che ottimi per un utilizzo domestico o di cablaggio non professionale. Tuttavia quando le distanze superano i 20 metri e le necessità impongono di avere un segnale stabile a tutte le risoluzioni, è bene investire qualche decina di euro in più, sia nell'extender che nel cavo di rete. A questo proposito è consigliato acquistare un cavo pre-cablato, che garantisce un migliore funzionamento e di affidabilità nel tempo.