Negli scorsi episodi ci siamo concentrati sul mondo della connettività a Internet, scoprendo quali sono le più diffuse modalità di accesso e come funzionano. Oggi andiamo a chiudere l’argomento parlando delle principali tecnologie di connessione wireless a disposizione degli utenti, non solo collegarsi a Internet.
Prendiamo come riferimento lo smartphone, in quanto alla portata di tutti e privo delle limitazioni hardware che tablet e PC possono presentare, oltre ad essere quello più diffuso. Wi-Fi, Bluetooth e connettività dati sono la triade su cui si basa tutta la nostra vita senza fili. Il concetto di “wireless” indica genericamente tutto ciò che è in grado di collegarsi senza un cablaggio fisico, ma non tutto ciò che è wireless funziona allo stesso modo.
È importante fare una importante distinzione tra tecnologie per la connessione a breve-medio raggio e quelle a lungo raggio, che tradotto in pratica significa separare il funzionamento di WiFi e Bluetooth da quello del 3/4/5G. Nel primo caso parliamo di sistemi per la connettività senza fili a distanze che vanno dai pochi centimetri del Bluetooth alle decine di metri del segnale wifi, con potenze misurabili nell’ordine dei milliwatt e adatte per la trasmissione e ricezione dati “locale”. Il Bluetooth è nato e viene utilizzato per il collegamento di dispositivi come cuffie, auricolari, smartwatch e oggetti domotici che risiedono nelle immediate vicinanze dell’utente e del suo smartphone. Al massimo della sua potenza, il Bluetooth copre qualche metro, arrivando a poche decine di metri in campo aperto e in applicazioni specifiche (come quella della trasmissione voce a breve raggio degli interfoni per uso motociclistico). Come riferimento quantitativo, un canale Bluetooth di ultima generazione può far transitare una quantità di dati di pochi Megabit per secondo.
Con il Bluetooth non ci si può collegare a Internet, è nato e funziona solamente per l’interconnessione “locale”.
Il Wi-Fi è una tecnologia intermedia, che permette connessioni a media distanza e ad alto bitrate (quindi con un transito di decine o centinaia di Megabit al secondo) e che come conseguenza indiretta consente l’accesso a Internet. Di solito si associa il Wifi al fatto di navigare sul Web, ma molti non sanno che si può utilizzare questo sistema anche per collegarsi localmente a dispositivi smart, elettrodomestici, sistemi di controllo, fotocamere etc. Di certo l’utilizzo più comune, rimane quello della navigazione Internet.
A differenza del BT, il segnale WiFi ha una portata di diverse decine di metri (parlando di scenari domestici, senza l’utilizzo di access point a lungo raggio) e consente una ampia libertà di movimento, oltre ad essere abbastanza “intelligente” da consentire al nostro smartphone di passare in autonomia tra diversi access-point della stessa rete, tra reti diverse e addirittura tra reti wifi e reti mobili.
Spostandoci nel mondo delle connessioni a lunga distanza, bisogna parlare della connessione mobile tramite rete dati. Come accennato nello scorso episodio, gli oggetti dotati di scheda SIM sono in grado di sfruttare il segnale telefonico per far transitare anche traffico dati – ovvero tutto quel traffico che non preveda voce o SMS – anche su distanze di diversi chilometri dalla “cella” a cui sono agganciati. Da qui la possibilità per i nostri smartphone, di farci navigare il Web, usare i social, le app e tutto il resto.
Risulta evidente come il concetto di “wireless” possa assumere vesti completamente differenti in base allo scenario e come queste tecnologie abbiano utilizzi specifici e differenziati in base alla necessità.