BedoLabs Podcast
Informaticando è il mio podcast in cui vi racconto l'informatica nella vita di tutti i giorni

Nella scorsa puntata abbiamo affrontato la struttura di rete che sta dietro ad un collegamento a Internet che possiamo definire classico, ovvero dove c’è un router fornito da un operatore telefonico e gli utenti/dispositivi si collegano e navigano su Internet tramite cavo o rete wireless.

Ci sono altri metodi per collegarsi a Internet e in cui può capitare di imbattersi, soprattutto in questi tempi di smart working e quello potenzialmente più utile passa proprio dal nostro smartphone. Si tratta del collegamento tramite hotspot.

Facciamo però un passo indietro, il nostro smartphone è sostanzialmente un oggetto che sfrutta una scheda SIM per collegarsi ad una infrastruttura telefonica su cui possono transitare sia la voce che i dati. Possiamo navigare Internet, usare app, fare videochiamate e molte altre cose tutte completamente senza fili e tramite la piccola scheda a bordo del telefono. Dal momento che i piani tariffari offrono pacchetti di traffico sempre più capienti e dato che gli smartphone sono sempre più evoluti, una soluzione che nel tempo si è diffusa è quella di sfruttare il proprio terminale per fare da punto di accesso wireless a Internet.

In pratica il telefono usa la connettività WiFi (che si solito serve a lui per collegarsi alla rete di casa, dell’uffico etc.) al contrario. Diventa esso stesso un “irradiatore” di segnale wireless e poi sfrutta la scheda SIM per collegarsi a Internet e rendere quest’ultimo disponibile ai dispositivi che a lui si collegano, come altri smartphone oppure notebook etc. Sostanzialmente si converte nel ruolo di router (visto nella scorsa puntata) e condivide la connessione a Internet.

Questo utilizzo è stato vietato per anni da parte delle compagnie telefoniche, proprio per evitare che gli utenti sfruttassero il traffico dati in eccesso per navigare con oggetti diversi dallo smartphone stesso. Ma nel tempo è stato sdoganato sempre più, fino a diventare di uso comune. All’atto pratico, la funzione di hotspot (o “condivisione wireless”) si attiva dalle impostazioni del sistema operativo oppure, per i possessori di dispositivi Android, tramite l’apposito bottone nel menu a tendina delle notifiche. Dopo qualche istante dall’attivazione, nelle immediate vicinanze del vostro telefono diventerà disponibile una nuova rete wireless con il nome che avete scelto (oppure con quello preimpostato di fabbrica).

Per chiudere la trattazione sui collegamenti a Internet dobbiamo affrontare l’ultimo caso, che è una sorta di ibrido tra quelli visti fino ad ora. Si tratta dell’uso di router wireless portatili, anche detti “saponette”.

Sarà capitato a tutti prima o poi di incappare in uno di questi oggetti, tutti i principali operatori hanno offerte che prevedono questa soluzione. In sostanza si tratta di piccoli router/modem portatili che spesso hanno letteralmente la forma e la dimensione di una saponetta, al cui interno risiede una scheda SIM, in combinazione con una batteria. Questi dispositivi funzionano all’atto pratico come il nostro smartphone in hotspot di cui abbiamo parlato poco fa, usano la SIM interna per dare connettività Internet a tutti coloro che si collegano senza fili alla rete wireless emessa dalla saponetta stessa. A differenza dello smartphone, sono progettati appositamente per adempiere solo a questo ruolo, quindi non presentano gli inconvenienti tipici del caso precedente, come il surriscaldamento nell’uso prolungato e il consumo rapido della batteria.

Router domestico, hotspot e router portatile sono ad oggi le tre soluzioni disponibili per dotarsi di connessione a Internet.

 

BedoLabs.it di Ing. Lorenzo Bedin - Consulenza IT