Quando si parla di personal computer – da cui l’acronimo PC – si può incappare in numerosi fraintendimenti. Il computer in quanto tale è quell’oggetto ormai di uso comune che permette all’utente di effettuare “operazioni informatiche” tramite un insieme di componenti hardware (i componenti fisici) e software (il sistema operativo ed i programmi che girano su quell’hardware).
Esistono due grandi famiglie di Personal Computer, che si distinguono l’una dall’altra per la loro struttura fisica: i desktop ed i notebook (o laptop).
I primi sono i computer detti “da scrivania”, ovvero dei terminali di dimensioni più o meno ingombranti che sono pensati per un utilizzo statico nel tempo. I desktop nascono come una semplice scatola, al cui interno sono presenti tutti i componenti necessari per l’utilizzo, ma a cui mancano tutte le periferiche fondamentali per l’utilizzo effettivo. La componente di base di un desktop è il suo “case”, ovvero il contenitore di metallo al cui interno trovano spazio il processore, i dischi, la memoria etc.
Per poter interagire con tale oggetto, sono necessarie delle periferiche aggiuntive a partire dallo schermo, oltre naturalmente a tastiera, mouse ed eventuali altri accessori come stampanti, monitor secondari etc.
L’insieme di tutte queste componenti dà origine al classico PC di tipo Desktop, e risulta facile intuire come mai vengano considerati computer “da scrivania”.
I notebook invece sono PC in cui tutti gli elementi necessari al funzionamento sono stati inseriti in un unico dispositivo. Un notebook è in computer del tutto autonomo e dotato all’interno della propria scocca di tutto l’hardware necessario, dalla batteria allo schermo. Grazie ad una serie di porte fisiche di comunicazione, allo stesso modo del desktop, anche i computer portatili possono essere espansi ed accessoriati al pari di un computer fisso.
Nel tempo sono nate diverse tipologie di computer portatili, per forma, dimensioni e peso. Per questo è possibile imbattersi in nomi diversi da quelli utilizzati fino ad ora. Esistono ad esempio i notebook convertibili e gli ultrabook: i primi sono sostanzialmente dei tablet con schermo touchscreen, a cui può essere abbinata una tastiera fisica aggiuntiva, che spesso funziona anche come “cover” per lo schermo stesso. Gli ultrabook invece sono normali notebook, dove i costruttori si concentrano particolarmente nel contenimento di peso e dimensioni per favorirne la portabilità, pur mantenendo buone prestazioni.
È importante sottolineare che l’ambiente di software e programmi a disposizione dell’utente, nella maggior parte dei casi è del tutto indipendente dall’ecosistema hardware su cui esso viene installato ed utilizzato. Ad oggi anche la distinzione secondo cui i desktop sono necessariamente più potenti dei notebook non è più così affidabile, in quanto esistono desktop molto piccoli (dimensionalmente) e modesti in termini di prestazioni, a fronte di notebook di dimensioni importanti ed incredibilmente potenti.